Neurosuite

Catégorie
Musique de chambre sans direction
1998

  Ce trio à clavier, apparenté au duo Insomnia, (1998) comporte trois mouvements, dont les titres complets sont :
Sala d’attesa ed Arance (Allemande - Sarabande - Courante; en cycle) – Accorgimenti contro la notte (Menuet en creux de son Trio) – Incoronazione - elettrochoc (Tango par isomorphies croisées)
S’il n’y paraît peut-être pas de prime abord, ces intitulés éclairent sur les trois orientations simultanées que j’ai suivies dans la composition de cette pièce.


Neurosuite est le titre d’un recueil écrit par la poétesse italienne Margherita Guidacci (1921) lors d’un séjour en asile psychiatrique. Je n’ai pas cherché à dépeindre, décrire, exprimer, traduire ou illustrer les textes sélectionnés dans cet ouvrage, mais plutôt à garder en mémoire certaines des impressions que m’en a laissées la lecture. C’est ainsi qu’on en trouve une trace dans les compositions contraintes, inquiètes et closes que j’ai calquées sur l’enfermement mental dont ils témoignent. J’ai cherché à provoquer un état d’internement, et, comme on le constate aux intitulés des mouvements, il s’agit plutôt ici d’une crise nocturne.

Cet enfermement, je me le suis imposé à moi-même dans le processus de composition : chaque mouvement est un système d’écriture spécifique dont les règles d’intégration sont, à mesure qu’on avance, de plus en plus contraignantes. Ainsi les macrostructures sont-elles conformes au micro- structures dans une relation de plus en plus serrée. On trouve ainsi une combinatoire vario- speedée et néo-sérielle dans Sala d’attesa, un Menuet dont la troisième partie – soi-disant Da Capo – procède à l’empilement des deux premières, un tango qui croise les formes autour
de son centre.

Enfin, cette pièce en plusieurs mouvements, interroge la forme globale, à la manière de la suite de danses baroque : trouver dans les différences de caractère et de matière, et dans la complémentarité des styles et des énergies, les forces subtiles qui font tenir ensemble des gestes, qui n’ont peut-être aucune raison de se rencontrer. Tous les mouvements ne sont pas, pour autant, des héritages du baroque (tango, p. e.)... et n’apparaissent dès lors pas dans l’ordre prescrit par la suite traditionnelle...
Jean-Luc Fafchamps
 

Compositeur(s)
Instruments
Violon
Violoncelle
Piano
Numéro
4
Période
1996-98
Durée
12 min.
Effectif

trio à clavier

Effectif complet

violon, violoncelle et piano

Comment

Textes qui ont donné l'impulsion de ces compositions.

Sala d'attesa

In fondo ai loro occhi
si accendono fiammelle di terrore o si stende una fredda
e rassegnata nebbia.

I lore pensieri si srotolano
come bende sfrangiate ed infette (âcre il sentier,
appiccicoso il tatto,
fa ribrezzo tentare
di rimetterle a posto).

Per tenere a distanza il dolore
(come se ormai non lo portassero in sé!) giocano con un soprammobile,
guardano i quadri alle pareti,
prendono un rotocalco e si concentrano sforzandosi di credere che tutto il mondo si regga su qualche nuova marca di rossetto
o sul punteggio d'una squadra di calcio.

Finché la porta che per tutto il tempo senza parere han sorvegliato, s'apre. Sono chiamati ed entrano e ricevono tutto il conforto che di là era in serbo: un nome greco per il loro male.

Arance

sono venuti, carichi
di arance e buona volontà,
per il rito pietoso.
Si accostano decisi
ma le mani già tremano
nel porgere il dono
e gli occhi sfuggono ai nostri
in ogni direzione
come un branco di topi in allarme che fiuti il gatto nascosto, la trappola.

Vien pio lo scambio di parole gettato a caso:
basta che siano lievi e innocue come coriandoli

una gioia fittizia
di gente in maschera.

(Tutti lo siamo - solo un piccolo strappo che nessuno ha saputo ricucire
fa intraveder la verità , anch'essa inutile perché non può uscir tutta, e serve solo a sciupare la maschera).

Una certezza remane:
essi vorrebbero aiutarci e non possono, ed anche noi vorremmo il toro aiuto
e non sappiamo accoglierlo.

Se ne vanno, mostrando dolore del distacco, ma i loro passi tradiscono
l'involontario sollievo
(frenati a stento prima della porta,

più rapidi via via che si allontanano, festosa la discesa per le scale).

Siano soli, la morsa non si allenta. E tempo di chiamare l'infermiera che porti via le bucce delle arance.

Accorgimenti contro la notte

Almeno sia la notte di mia scelta!

Mi corico, mi copro
anche la testa col lenzuolo contre l'alta, invadente oscurità.

Vie è buio anche qua sotto,
ma è poco, si modela su di me,
ha la mia misura,
son io che lo catturo e non l'opposto.

E come un sorso d'ascia che ho raccolto nel cavo della mano
e bevo per sopravvivere -
non più quel torrente furioso

dove sarei travolta ed annegata!

Incoronazione - elettrochoc a B.

Questa è la tua corona con le crudeli gemme ad ogni altro invisibili
i tui lampi improvvisi ti traversano l'anima: smeraldi rubini topazi

diamanti che ti accecano
in una danza elettrica,
razzi sfrenati nell'interna tenebra.

Dopo, sei come il rovo
spogliato della breve fioritura
e chiuso nei suoi neri aguzzi spini.
Da che rivoluzione
emergi? Quale folla
hai devoto affrontare? Che nemico guidava la battaglia?
Forse hai cambiato il trono
con un patibolo,
forse ti hanno promesso ancora gloria di là da un lungo esilio.

Nulla sai, nulla puoi ricordare
mentre premi smarrita
le mani sulle tempie:
vuoto dentro e la traccia degli elettrodi.

"Neurosuite", M. Guidacci, Arfuyen, Paris 1989